La malnutrizione può essere definita come uno squilibrio tra la quantità di cibo e nutrienti necessari all'organismo e la quantità effettivamente assunta. Questo squilibrio è più frequentemente associato a scarso nutrimento, ma può anche essere dovuto ad un eccessivo apporto nutrizionale.
Questo squilibrio può essere tale da comportare un’alterazione della qualità della vita.
In particolare, è uno stato che acquista rilevanza clinica in quanto costituisce una comorbidità che condiziona negativamente la prognosi di un paziente comportando una depressione della risposta immunitaria, ma anche una riduzione della capacità di cicatrizzazione o l’alterazione funzionale degli organi. Tutto ciò implica che la malnutrizione può essere considerata a tutti gli effetti “una malattia nella malattia”.
Cosa Comporta?
L'eccesso cronico può portare ad obesità e a sindrome metabolica, un gruppo di fattori di rischio caratterizzato da obesità addominale, diminuita capacità di metabolizzare il glucosio (insulino resistenza), dislipidemia (alterazione dei livelli dei lipidi), e ipertensione.
Da cosa viene causata?
La scarsa nutrizione, la Malnutrizione Calorico Proteica, è dovuta alla carenza di uno o più nutrienti essenziali necessari per il corretto sviluppo e funzionamento dell'organismo. Ciò può essere dovuto ad apporto insufficiente, aumento delle perdite, aumento della richiesta o alla presenza di patologie/condizioni cliniche caratterizzate da una ridotta capacità di assorbimento dei nutrienti.
Che cos’è la PEM?
La PEM (Malnutrizione Energetico Proteica) è tipicamente definita dalla presenza sia di un basso indice di massa corporea che di bassi livelli di albumina sierica. È associata a una varietà di anomalie metaboliche, tra cui steatosi, aumento della lipolisi e ossidazione degli acidi grassi, diminuzione degli amminoacidi circolanti, diminuzione del numero e della funzione dei perossisomi, e funzione mitocondriale compromessa.
La prevalenza della malnutrizione calorico-proteica aumenta in funzione dell’età in entrambi i sessi e ha un impatto negativo sulla salute, sul funzionamento cognitivo, fisico, e sulla qualità della vita, con scarsi esiti della malattia e degenze ospedaliere più frequenti e più lunghe.
Esistono prove evidenti che l'identificazione precoce del rischio di malnutrizione, seguita da un intervento tempestivo e appropriato, è associata ad una migliore assistenza nutrizionale e a una minore incidenza di malnutrizione.
Le malattie acute o croniche e l'interferenza del loro trattamento potrebbero anche portare ad un peggioramento della malnutrizione, principalmente denutrizione, a causa dell'alterazione del metabolismo. La malnutrizione (denutrizione) in soggetti con diabete porta a una ridotta funzione muscolare e ad una minore guarigione delle ferite, diminuzione della massa ossea, disfunzione immunitaria e declino funzionale generale.
Quando si sviluppa il diabete? Quali sono le conseguenze?
Il diabete di tipo 2, per esempio, può svilupparsi in condizioni di rischio come l'obesità e sovrappeso, e si verifica anche in individui normali o sottopeso, specialmente in persone con Basso Indice di Massa Corporea che è uno strumento standard di valutazione dello stato di salute.
Nei pazienti anziani, il diabete, indipendentemente dal fatto che sia di tipo 1 o di tipo 2, porta ad una maggiore probabilità di essere malnutriti rispetto ai pazienti non diabetici, e porta a livelli significativamente inferiori di micronutrienti circolanti come la vitamina D, lo zinco, il magnesio e il cromo, coinvolti nella regolazione della secrezione di insulina. La carenza di vitamina B12 è anche più comune nei diabetici rispetto ai non diabetici.
Iperglicemia, ipoglicemia, obesità, fattori vascolari, inattività fisica e malnutrizione sono importanti fattori di rischio per il peggioramento cognitivo e la fragilità negli anziani con diabete.
Il diabete porta ad un aumento del rischio di disabilità di circa il 50-80%; questo è dovuto alle alte concentrazioni di glucosio che possono portare ad un’infiammazione cronica sistemica, che fa parte di un processo multifattoriale, che porta a una rapida perdita di forza e ad una diminuzione della qualità dei muscoli scheletrici. Questa situazione può peggiorare con uno scarso controllo glicemico.
Come si può prevenire?
Per la prevenzione della fragilità, dovrebbero essere raccomandati modelli dietetici sani costituiti da un apporto energetico ottimale, un apporto sufficiente di proteine, verdure e pesce, vitamine tra cui vitamina D, e acidi grassi essenziali omega-3.
Il trattamento del diabete dopo la mezza età dovrebbe includere la consapevolezza di un adeguato controllo glicemico e metabolico volto ad aumentare l'aspettativa di vita con una corretta alimentazione, esercizio fisico e connettività sociale.
Per esempio, nel soggetto diabetico bisognerebbe ridurre le fonti alimentari di glucosio. In particolare dovrebbero essere eliminati o drasticamente ridotti gli alimenti che contengono glucosio in forma rapidamente assimilabile, come i dolci e le bevande zuccherate, e alcuni frutti ad alto contenuto di glucosio.
Il trattamento nutrizionale è riconosciuto come un aspetto fondamentale della gestione globale del paziente, correggendo il controllo glicemico, e anticipando la malnutrizione.