Quali regole bisogna rispettare in caso di disfagia?
Che cos’è la disfagia?
La parola disfagia deriva dal greco antico ed indica la difficoltà a deglutire/masticare i cibi liquidi e solidi; le cause possono essere molteplici: malattie neuro-muscolari (Ictus, SLA, Sclerosi multipla), senilità, neoplasie di trachea ed esofago, stati infiammatori.
In alcuni pazienti, la disfagia può essere addirittura asintomatica ovvero quando il riflesso della tosse è ridotto o assente; generalmente la difficoltà a deglutire si manifesta palesemente attraverso i seguenti sintomi: tosse durante i pasti, voce che diventa rauca, sensazione di un corpo estraneo in gola, perdurare del cibo in bocca, paura e scarso interesse per il cibo.
La valutazione della disfagia viene effettuata attraverso un attento esame anamnestico; a volte viene effettuata una videofluoroscopia per lo studio della deglutizione. E’ importante anche svolgere delle indagini diagnostiche strumentali e delle prove di alimentazione eseguite da specialisti che si occupano di tale disturbo: infermieri, logopedisti, foniatri, otorini, radiologi, dietologi.
La disfagia non affrontata nel modo corretto provoca complicanze come ad esempio un calo di peso ponderale causato da un insufficiente intake nutrizionale; disidratazione, poiché il paziente non introduce adeguate quantità di liquidi; polmoniti ab ingestis cioè infiammazioni dei polmoni causate dall’ingresso di sostanze estranee nelle vie respiratorie che può causare gravi infezioni. In alcuni casi, in presenza di incapacità di deglutizione, si arriva addirittura al soffocamento.
Quali raccomandazioni in caso di disfagia?
I punti chiave per il trattamento nutrizionale di un paziente disfagico sono: la consistenza degli alimenti, l’intervento sulla postura, la riabilitazione.
Ogni soggetto si comporta in maniera diversa e quindi non esistono proposte di terapia uguali per tutti; possiamo dire che le consistenze più utilizzate in caso di disfagia sono quelle semisolide e semiliquide. Queste forme consentono di ottenere una giusta scorrevolezza sospendendo il lavoro di masticazione e soprattutto eliminando il rischio di soffocamento causato dall’ingestione di porzioni voluminose di cibo.
È possibile utilizzare addensanti (es., artificiali, fecola di patate, farina di cereali) per ottenere la giusta consistenza: liquida, semi-liquida, semi-solida, solida in rapporto al problema deglutitorio.
Le bevande già addensate, invece, sono prodotti atti a sostituire i liquidi nell’idratazione del paziente disfagico e di tutti quei pazienti in cui la deglutizione dei liquidi risulti difficile.
Si consigliano diete complete e appetitose che possano fornire la giusta energia per l’organismo evitando così carenze alimentari, e di effettuare diversi pasti poco abbondanti durante la giornata per prevenire un immediato senso di sazietà.
Quali alimenti non sono consentiti in caso di disfagia?
Pastina in brodo, minestrone a pezzi, gelato con pezzi duri come nocciole o cioccolato, yogurt con pezzi di frutta e altri cibi a doppia consistenza (liquida e solida)
Biscotti e crackers.
Pasta formati piccoli, mais e riso.
Gnocchi e altri cibi che rischiano di aderire al palato.
Verdure che contengono filamenti come carciofi, finocchi, sedano; altri ortaggi e frutta fibrosi
Caramelle dure e frutta secca.
Polveri come cannella e cacao.
Alimenti pepati, speziati, piccanti perché possono provocare tosse e quindi causare problemi durante la deglutizione.
Quali alimenti sono consentiti con moderazione in caso di disfagia?
Panna, besciamella e salse che rendano il cibo più “scivoloso”.
Addensanti naturali come amido di mais, fecola di patate, gelatine. Il tuorlo d’uovo aggiunto a cibi e bevande ne migliora la consistenza e la deglutizione.
Quali alimenti sono consigliati in caso di disfagia?
Per sostituire la pasta o il riso si possono utilizzare il purè di patate, la crema di riso e il semolino.
Carne trita per tartare, hamburger o polpette morbide, formaggi cremosi, pesce non secco o uova
Tutti i tipi di verdura, senza filamenti, ben cotte o passate
Frutta frullata o in mousse eliminando i semi che possono creare problemi di deglutizione.
Yogurt e creme di yogurt senza pezzi di frutta, latte condensato con biscotti granulari per la colazione.
Come dessert è possibile mangiare budini, semifreddi e gelati.
Torte salate e sformati facendo attenzione affinché la consistenza sia sempre sicura per la deglutizione.
Olio d’oliva crudo
Esistono numerosi prodotti dietetici (addensanti e bevande addensate) specificatamente formulati per chi ha difficoltà di deglutizione.
Quali regole comportamentali bisogna rispettare in caso di disfagia?
Mangiare seduti in modo corretto mantenendo il tronco retto.
Piegare la testa in avanti e abbassare il mento verso il torace durante la deglutizione (per favorire questa posizione portare le posate alla bocca dal basso verso l’alto)
Mangiare in ambiente tranquillo e poco rumoroso, lentamente e facendo attenzione a parlare o a guardare la televisione per evitare di deconcentrarsi.
Deglutire a vuoto tra un boccone e l’altro.
Per controllare la presenza di cibo in gola, eseguire piccoli colpi di tosse.
Presentare il cibo in piatti di piccole dimensioni per evitare che la persona affetta da disfagia si demoralizzi e si scoraggi nell’associare grandi quantità di cibo ad un problema “insormontabile”. Si può comunque aggiungere altro cibo in caso di necessità.
Per pazienti allettati o con difficoltà a pesarsi, compiere una valutazione visiva su abbigliamento, cinture ecc. per constatare se si è verificato un dimagrimento improvviso
Mantenere un’accurata igiene del cavo orale evitando accumuli di cibo, muco e saliva che potrebbero compromettere la deglutizione e favorire il proliferare delle infezioni.